Turner 2014
Panoramica: J. M. W. Turner, pittore paesaggista, ormai adulto nei primi dell'800 vede morire il padre cui era molto affezionato e rimane a vivere con la donna di servizio che lo aiuta nel lavoro. Amante delle donne mature ma poco incline a stabilire rapporti affettivi stabili o a impegnarsi in relazioni durature, viaggia molto per esporre e per ammirare quello che poi dipingerà.
Commento
Visto che si parla di un pittore, gli ultimi venticinque anni della sua vita vengono raccontati per quadri: il che da un lato ha il pregio della libertà di narrare unita a quella di ricostruire una serie di episodi quasi autoconclusivi, dall’altro il problema della mancanza di un filo conduttore che ha come conseguenza una certa freddezza complessiva. Timothy Spall è nel ruolo per il quale pare nato: Turner è artista geniale, ma uomo contraddittorio, tra irsuta antipatia – il comportamento nei confronti della domestica, e occasionale oggetto sessuale, Hannah (Dorothy Atkinson) – e generosità accompagnata da momenti di dolcezza, come nel corteggiamento della signora Booth (Marion Bailey) o nel canto al pianoforte in cui sembra Tom Waits. Il personaggio viene definito dall’accumularsi delle situazioni e dei rapporti con le persone: il padre (Paul Jesson), gli altri membri dell’Accademia tra invidie e sospetti, nonché le donne (vedi sopra): così facendo, Leigh disegna un essere umano come tanti nella quotidianità che però sprigiona il suo genio con il pennello (o anche solo la matita) in mano. Non è una sorpresa che la fotografia di Dick Pope si rifaccia alla tavolozza turneriana con inquadrature che riecheggiano i dipinti e viceversa e in cui la luce riveste un’importanza fondamentale (‘Il sole è dio!’) dando sostanza a un film bello da vedere e ricco di spunti d’interesse, ma che, con la sola eccezione della figura di Hannah, dà l’impressione di starsene altero a osservare lo spettatore.